12 milioni gli italiani che prenotano le visite online

 

12.200.000 di prenotazioni web, 7.600.000 di consultazioni e 7.100.000 di pagamenti online.

Non si tratta dei dati di un portale web di viaggi ma dei numeri degli italiani che utilizzano i servizi informatici per la propria salute.

bambina con computer e smartphone

Questi dati sono stati presentati nella ricerca condotta dal Censis in collaborazione con Arsenàl.IT, Centro Veneto ricerca e innovazione per la sanità digitale, presentata nel corso del Forum della Pubblica Amministrazione tenutosi a Roma lo scorso maggio. La ricerca si è concentrata sull’esperienza di sanità digitale portata avanti in Veneto, dove recentemente il consorzio Arsenal.IT ha avviato il progetto “Sanità a km zero” volto alla sperimentazione di un “nuovo registro comunicativo, un nuovo “linguaggio”: agile, informale, alla portata di tutti”.

I dati

Tra le implementazioni principali troviamo lo scarico dei referti, la prenotazione delle visite e il dossier sanitario online. Nella regione Veneto lo scarico dei referti online è stato utilizzato dal 60% dei pazienti ed è considerato facile da utilizzare dal 92% degli utenti. Anche la user experience è positiva: più dell’84% degli utenti fra i 18 e i 64 anni ha scaricato i referti in autonomia, compreso un 35% di ultrasessantacinquenni.

Da quanto emerge dalla ricerca, il 74,1% degli utenti è venuto a conoscenza del servizio grazie al personale medico. Dunque è evidente che il passaggio da una sanità vecchio stile, su carta, deve essere fatto “accompagnando” l’utente e facendo capire in maniera semplice i vantaggi e le procedure.

Il key factor qui si identifica con la semplicità, l’accessibilità e il vantaggio immediato che questi servizi offrono.

I vantaggi ai cittadini

Lo abbiamo sperimentato con il nostro servizio di prenotazione CUP online ad Abano: nella sanità del XXI secolo i pazienti non dovranno più preoccuparsi di recarsi in ospedale ma la prenotazione avverrà in modo semplice e veloce, evitando spostamenti superflui e accedendo ai servizi direttamente da casa. Oltre il 90% degli utenti apprezza i servizi online per questo motivo.

 

La reale situazione

In Italia la questione del digital divide non è un problema da trascurare, sia a livello privato sia pubblico. Nel 2015 risulta che il 28% degli italiani non ha mai utilizzato internet (in Europa la media è del 16%) e il 39% ha dichiarato di essere poco o per nulla in grado di utilizzare i servizi online delle Pubbliche Amministrazioni.

Utilizzo dei servizi sanitari online

Nella sanità però le cose stanno volgendo per il meglio: nel 2015 sono stati 12,2 milioni gli italiani che hanno prenotato delle prestazioni sanitarie online, 7,6 milioni quelli che hanno consultato sul web i propri referti medici e 7,1 milioni gli italiani che hanno pagato online i servizi sanitari.

Tutto questo non sarebbe mai stato possibile senza tecniche che siano capaci di interpretare efficacemente i reali bisogni e le vere esigenze dei medici, rendendo la tecnologia davvero a misura di medico - e di paziente. Per questo noi ci impegniamo ogni giorno per rendere la tecnologia più vicina e più utile a tutti gli attori coinvolti nella sanità, nessun escluso.

Ma farlo non è scontato, poiché nel campo della sanità non basta prendere e portare le tecnologie consumer al campo medico, ma bisogna ripensare completamente i metodi e la tecnologia stessa per adattarla ad un campo critico e complesso come quello della sanità.

Il commento di Carla Collicelli, advisor scientifico del Censis, esplicita perfettamente questo concetto: «Il caso del Veneto dimostra come sia utile procedere verso una sanità digitale dalla parte dei cittadini, puntando soprattutto alla centralità del paziente, con esiti che possono essere apprezzati dalla maggioranza degli utilizzatori se si ha l’accortezza di sensibilizzare e aiutare le frange di popolazione meno pronte all’uso delle tecnologie digitali».

Dal 2005, il servizio di scarico dei referti online ha consentito un risparmio totale di 120 milioni di Euro all’anno in termini di spostamento e tempo dei cittadini, di dematerializzazione delle 46 milioni di ricette e di telemonitoraggio dei più di 3000 pazienti cronici.

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